Lo credo fermamente che l'apprendimento non debba limitarsi ai libri e alle lavagne, ma debba essere un'esperienza che coinvolge tutti i sensi. Ogni mattina, appena le condizioni lo permettono, preparo i miei piccoli allievi per una giornata all'aria aperta: escursioni nel bosco, giochi al parco, osservazioni della flora e della fauna locale, attività di giardinaggio, e molto altro.
Queste esperienze non sono semplici passeggiate, ma vere e proprie lezioni in cui la natura diventa il palcoscenico per imparare materie come la scienza, la geografia, la matematica e la storia. Imparare a contare le foglie, a distinguere le piante, a osservare i cambiamenti stagionali, diventa un modo pratico e coinvolgente per far capire concetti complessi in modo semplice e naturale. Per la lingua straniera , poi, diventa uno mezzo essenziale, in cui il linguaggio è quello comune, di tutti i giorni. Si comunica in maniera diretta e la lingua diventa reale, ricca di immagini facilmente memorizzabili.
So bene che l’apprendimento fuori dalle mura scolastiche stimola la curiosità dei bambini, sviluppa la loro capacità di problem-solving e rende ogni lezione un’avventura.
Chi insegna non è solo una guida che conduce i bambini verso la natura, ma è anche un esempio di quanto sia importante essere connessi con l’ambiente. Lo stesso modo di essere, di indossare abiti, avere un proprio stile e prendendosi cura della sua natura interiore e esteriore, comunica ai bambini il valore del rispetto per l'ambiente, per la storia, e per se stessi.
Non si tratta solo di un modo di vestire, ma di un vero e proprio stile di vita che integra coscienza ecologica, rispetto per le tradizioni e passione per l'arte dell'insegnamento.
Quando i bambini si trovano all'aperto, circondati dal verde e dalla tranquillità, la maestra diventa un punto di riferimento che li guida nella scoperta del mondo naturale, incoraggiandoli a fare domande, a esplorare, e a imparare da ogni piccola esperienza. Imparare a riconoscere un albero, a osservare gli animali, o semplicemente a comprendere i cicli della natura, diventa un modo per sviluppare una profonda consapevolezza ecologica, un valore che la maestra trasmette loro con passione.
E noi? Noi, come i bambini, abbiamo fortemente bisogno di rallentare, di rispettare il ritmo lento delle stagioni, di nascere, sfiorire e rinascere ancora.
Senza ticchettio estremo, senza l'ossessione del tempo che ci affatica, non c’è fretta, non c’è stress, ma piuttosto un invito a osservare, a fermarsi e ad apprezzare ogni momento.
La mia idea di didattica si fonda sull’ascolto e sulla presenza, ciò di cui oggi abbiamo più bisogno perché ci stiamo perdendo, allontanando, ci stiamo dimenticando.
Preferisco sgualcirmi la gonna, sporcarmi le mani, macchiarmi la giacca ma respirare aria con tutti i miei polmoni e imparare ad esserci.
L'ho imparato nella foresta Amazzonica, tra i capannoni con i bambini rifugiati, nelle strade polverose del Kosovo, ho imparato una lezione importantissima e ne faccio tesoro.
Una delle cose più nobili che io possa fare è trasmetterlo ai miei bambini, lo devo a loro, e a tutti perché saranno il nostro prezioso futuro.
Forse il mio amore per il passato che rivivo attraverso i vestiti a fiori, le gonne a pieghe, le camicette di tessuti naturali, le storie e i viaggi, creano un ponte tra quello che eravamo e quello che saremo, lavorando su ciò che siamo oggi.
Essere connessi con il presente, questo è importante.
Voglio una rivoluzione, non di quelle violenti, vorrei una rivoluzione gentile, una trasformazione dolce, che parte dal cuore e dai bisogni autentici di chi ogni giorno entra in aula, sia come studente che come insegnante.
Perché educare è un atto di cura, e la cura è la chiave del cambiamento.
Miss Ale
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